Co host e property manager senza partita iva

Sei interessato a diventare un Property Manager o un Co-Host e vuoi sapere se puoi operare senza Partita IVA, ecco alcune informazioni da considerare.

Attività del Property Manager:

Il Property Manager è un professionista che gestisce immobili per conto terzi, occupandosi di tutti gli aspetti, dalla burocrazia alle riparazioni, fino al check-in e check-out (e tanto altro…).

L’obiettivo principale è massimizzare le entrate e minimizzare i problemi per il proprietario.

È possibile operare in Cedolare Secca come co-host? no.

È possibile operare in Prestazione Occasionale fino a 5.000 euro? no.

Partita iva obbligatoria? Per quest’attività, è obbligatoria la Partita IVA fin dal primo giorno, il codice ATECO è il 68.32.00.

La Scelta del Regime Fiscale

È possibile scegliere tra diversi regimi fiscali, spesso la scelta ricade tra..

1) Regime Forfettario:

Vantaggi: Fatturazione senza IVA, bassa tassazione (4,3% per i primi 5 anni), riduzione contributi INPS del 35%.

Svantaggi: Limite di fatturato a 85.000 euro, abbattimento forfettario del 16%. Ideale per chi parte con costi bassi.

Se scegli il Regime Forfettario, è fondamentale impostare il lavoro e il contratto di mandato considerando tutti gli aspetti per mantenere bassa la tassazione.

2) Regime Ordinario – SRL:

Costi di gestione più elevati ma ottimizzazione fiscale possibile.

Soluzione adatta a chi ha un buon livello di fatturato e intende assumere dipendenti.

Cos’è Indispensabile per un Property Manager:

– Contratto di Mandato + Contratto di Locazione Turistica. (Prendere un modello online che non è personalizzato sulla tua attività e il tuo regime fiscale può costarti caro, l’ideale è il mandato con rappresentanza e acquisire il patentino di mediatore immobiliare)

– Poter offrire informazioni di base in ambito normativo e fiscale per supportare il proprietario in una corretta configurazione

– Software per supportare l’attività operativa

AIRBNB LIVE

Siamo lieti di annunciare il *Grande Evento Live 2023: AirBnB dal vivo* Lunedì 11 Dicembre presso il Teatro Santa Teresa. *90 minuti faccia a faccia con i due massimi esponenti di AirBnb* per parlare di presente, passato e futuro della piattaforma, strategie di vendita, superHost e tutte le domande che vorrete rivolgere a loro.

*Prima volta in Veneto per un incontro LIVE con Airbnb*

*EVENTO ESCLUSIVO RISERVATO AGLI ASSOCIATI*

Vi ricordiamo che sono aperte le iscrizioni per il 2024 la cui quota passa a 30.00€ – Potete rinnovare la quota prima dell’evento online Cliccando qui https://www.locatur.org/il-mio-profilo/ o durante l’evento a Vostra scelta. La serata si concluderà con un Aperitivo offerto dall’Associazione e per un momento conviviale di scambio opinioni e idee. Si prega di compilare il modulo allegato per ottenere la stima dei partecipanti e il Coupon di accesso all’ampio parcheggio gratuito del Teatro. —> https://forms.gle/5mi9ppKHQq2nkJUc6

Per chi non è associato, potrà iscriversi preventivamente sul nostro sito cliccando sul bottone “Iscriviti” oppure pagare la quota associativa il giorno stesso dell’evento. Vi aspettiamo numerosi

Associazione Locatori Turistici Veneto

Manovra di bilancio 2023 cosa fare

Aumento del carico fiscale e timore di restrizioni fra i motivi del cambiamento: sempre più operatori valutano se fare il passaggio da locazione turistica a un modello imprenditoriale. Vediamo quali sono le opzioni possibili

Se qualcosa si muove tassalo,
se si muove ancora, regolamentalo,
se non si muove più offrigli un sussidio

(Ronald Reagan)

Il turismo extralberghiero italiano sembra inarrestabile: dopo aver resistito alla pandemia e agli effetti dei recenti conflitti, ha battuto nel 2023 ogni record di arrivi, presenze ed incassi e si prepara ad una trasformazione.
Le minacce agli interessi dei locatori turistici sono sempre più numerose e concrete: alla incombente bozza del ddl Santanchè con le sue limitazioni alla iniziativa turistica (numero di unità, minimum stay), si è aggiunto il quasi certo aumento della cedolare secca, che passerà solo per la locazione turistica dal 21% al 26% dal 1° gennaio 2024, secondo il disegno di legge di bilancio appena presentato al Senato.
Ma saranno proprio le numerose possibili forme di alloggio, spesso criticate per la loro complessità, ad offrire una soluzione per gli host minacciati dall’oppressione fiscale.

Un numero sempre crescente di host italiani si sta infatti trasformando, decidendo di aprire una partita Iva o una società per svolgere attività turistica.  Altri, soprattutto chi opera in rent-to rent, trovano conveniente il regime Irpef, che consente loro di dedurre i canoni di locazione oltre ai vari costi dell’attività, commissioni OTA comprese.
Oltre che a motivi fiscali e al timore di restrizioni, il fenomeno dei professional host è dovuto alla speranza di incentivi pubblici e all’ambizione di sviluppare il business turistico.

FORMA DI ALLOGGIO

Nelle regioni dove è ammessa (escludendo quindi il Lazio), la forma più simile alla locazione breve è la locazione turistica imprenditoriale, che ha fra i suoi vantaggi quello di operare in esenzione Iva.
Naturalmente anche i servizi offerti dalle locazioni turistiche imprenditoriali devono essere solo quelli essenziali, previsti per le locazioni brevi: pulizia e biancheria (prima dell’arrivo dell’ospite e mai durante il soggiorno), utenze, wi-fi, condizionatore e riscaldamento. Niente pasti e niente servizi “alberghieri”.
Se invece si desidera trasformarsi in Casa Vacanze imprenditoriale, le agevolazioni fiscali del forfettario sono applicabili, ma il rispetto dei requisiti architettonici (camere di almeno 14 mq per la doppia, rapporto aeroilluminante, regolarità edilizia, abitabilità) è molto più stringente (leggi l’articolo sul nostro sito https://www.locatur.org/?s=posti+letto).

FORFETTARIO A 85 MILA EURO

Dal 2023 il tetto reddituale del regime forfettario è stato innalzato ad 85 mila euro, con una tassazione effettiva molto ridotta che va dal 2% al 6% e una contribuzione Inps che può scendere fino al 6,24%. Per i dettagli, leggi sul nostro sito https://www.locatur.org/?s=codice+ateco.

RAPPORTI CON I PROPERTY MANAGER

Il concetto di professionalizzazione, in molti casi ha solo effetti fiscali: la maggior parte degli host resta con il proprio property manager anche dopo la trasformazione con partita Iva: resta applicabile il contratto di mandato e cambiano solo gli obblighi fiscali: niente ritenuta per l’intermediario e niente cedolare secca per il proprietario.

EFFETTI DELLA STRETTA FISCALE

In realtà, sono previsti vantaggi minimi per le casse dello Stato per l’aumento della cedolare al 26% (solo 8,8 milioni di euro secondo la relazione tecnica al ddl), anche perché è curiosa la motivazione del rincaro già nell’indice, in cui figura fra le “Misure per la lotta all’evasione”.
Premesso che è difficile comprendere come si possa combattere l’evasione tartassando di più chi già paga le tasse, la questione del gettito della cedolare secca è un esempio di scarsa trasparenza di bilancio, che perdura dal 2012.

Attualmente la famiglia di codici tributo:

  • 1840: Cedolare secca locazioni – Acconto prima rata.
  • 1841: Cedolare secca locazioni – Acconto seconda rata o unica soluzione.
  • 1842: Cedolare secca locazioni – Saldo.

viene utilizzata per i versamenti fiscali di tutte le forme di locazione agevolate:

  • turistica al 21% (e da gennaio al 26%)
  • a canone libero al 21%
  • a canone concordato al 10%
  • commerciale al 21% (solo se stipulato nel 2019)

Ne consegue una grande confusione: i dati fiscali comunicati annualmente dall’Agenzia delle Entrate non consentono alcuna analisi, essendo indistinti tra affitti brevi e di lunga durata per quanto riguarda la cedolare secca nel suo complesso.
Accorpando tutte le diverse imposte insieme in un unico codice tributo come attualmente, non sarà possibile nemmeno comprendere la compliance (regolarità fiscale) per ognuna delle categorie di cedolare, nè l’effettivo contributo in termini di entrate e quindi di PIL.

FATTURAZIONE ELETTRONICA E CONDOMINIO

Con la partita Iva anche forfettaria dal 2024 sarà obbligatoria la fattura elettronica. Molti host utilizzano i corrispettivi telematici che semplificano notevolmente riducendo i tempi di emissione, eliminando le complicazioni delle anagrafiche.
Nel caso di contratti di locazione, il passaggio da persona fisica a ditta individuale o società comporterà la necessità di stipulare nuovi contratti con i proprietari.
Anche i rapporti col condominio cambieranno e andrà accuratamente verificato il regolamento condominiale prima di avviare la trasformazione della struttura.

AUTORIZZAZIONI

Quando si cambia natura fiscale e si opera come ditta individuale o società, la vecchia autorizzazione ottenuta come persona fisica (SCIA e CIA, comunicazione di inizio attività) non si trasmette sempre da un soggetto all’altro liberamente, ma va in molti casi chiusa e va aperta una nuova SCIA. In molti comuni, fra cui Roma, non è possibile trasformare nemmeno una CaV in CaV imprenditoriale. Verificate attentamente col vostro Comune le modalità di subentro nelle attività, prima di avviare la trasformazione.

NUOVI SERVIZI ED EXPERIENCE

Le strutture imprenditoriali consentono però anche di migliorare l’offerta, e così gli incassi e la soddisfazione degli ospiti.
Ma offrire nuovi servizi implica anche obblighi autorizzativi (HACCP o REC/SAB per somministrazione alimenti e bevande) e contrattuali: si consiglia di regolare i rapporti con tutti i fornitori di experience.
Ricordiamo infine che alcuni servizi, come ad esempio il pickup degli ospiti, vanno proprio esclusi, perché solo chi ha una licenza (taxi ed NCC) può trasportare passeggeri, altrimenti rischia multe salatissime e il sequestro dell’autovettura. In ogni caso il servizio navetta deve essere gratuito.

Sergio Lombardi è Presidente dell’Osservatorio sul Turismo dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma, autore di Extra Book e docente di Extra Academy e del nuovo Super Host Training Camp.

Squadra che vince intervista il nostro presidente

L’intervista completa su www.radioadige.tv , la versione ridotta sul nostro canale Youtube https://youtu.be/6wlJ1yWYpik

Cedolare secca al 26%: cosa sta succedendo e chi dovrebbe pagarla

Pesante aumento del carico fiscale in vista per i redditi da locazione breve fra le prime ipotesi della legge di bilancio. Aumenti a partire da 1.500 / 2.500 euro all’anno

Facciamo un po’ di chiarezza sulla notizia che in queste ore sta allarmando tutti gli operatori dell’extralberghiero, a partire dai locatori brevi e property manager. Nella prima bozza di legge di bilancio 2024, nell’attuale Articolo 18 (Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili), insieme ad altre norme fiscali sugli immobili è infatti previsto un aumento della cedolare secca dal 21% al 26%. E, se la legge verrà approvata, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024 con forte incidenza sulle imposte che saranno pagate nel 2025.
L’incremento vale infatti quasi un quarto della tassa piatta, esattamente il 23,81% e la nuova aliquota del 26% è per ora applicabile solo ai redditi da immobili offerti in locazione breve, per questo rischia di ridurre ulteriormente i margini già scarsi in rapporto ai costi fiscali, ai portali e agli intermediari, senza considerare tutte le altre spese indeducibili di utenze, condominio, e in alcuni casi anche canone di locazione.

LA CEDOLARE E’ SOLO PER LE LT (NO CAV, NO B&B)

Una precisazione è doverosa: la locazione turistica è l’unica forma di alloggio autorizzata ad utilizzare la cedolare secca attualmente al 21% (v. anche nostro articolo). Non può essere utilizzata dall’extralberghiero imprenditoriale e neanche da altre forme di extralberghiero non imprenditoriale.
Le locazioni turistiche producono infatti redditi da immobili, soggetti a cedolare, mentre le strutture ricettive extralberghiere non imprenditoriali (tipicamente CaV e B&B), producono e sono classificati come redditi diversi e in particolare “redditi da attività commerciali non esercitate abitualmente”, a cui la cedolare secca non è applicabile.
La tassazione delle strutture extralberghiere non imprenditoriali è quindi esclusivamente con Irpef con deduzione dei costi inerenti e se leggete in altri articoli cose diverse, si tratta semplicemente di articoli generici non specializzati dove magari si utilizzano come sinonimi in maniera indistinta b&b, affitti brevi, airbnb, casa vacanza. Ma facciamo qualche esempio dell’impatto di questo aumento, se verrà approvato.

ESEMPI

Esempio 1:
Proprietario di LT con reddito annuo da locazione breve di 30 mila euro
Reddito = 30.000 euro
Cedolare secca 2023 al 21% = 6.300 euro
Cedolare secca 2024 al 26% = 7.800 euro
Maggiore imposta dal 2024 = 1.500 euro / anno

Esempio 2:
Sublocatore di LT con reddito annuo da sublocazione breve di 50 mila euro
Reddito = 50.000 euro
Cedolare secca 2023 al 21% = 10.500 euro
Cedolare secca 2024 al 26% = 13.000 euro
Maggiore imposta dal 2024 = 2.500 euro / anno

SOLUZIONI

Visto il pesante aggravio fiscale, andrebbe considerata la possibilità di operare in forma imprenditoriale con il regime forfettario e una tassazione effettiva molto ridotta dal 2% al 6% e una contribuzione Inps che può scendere fino al 6,24%. Questo preverrebbe anche eventuali restrizioni alle locazioni brevi.

DISINCENTIVI

Se confermato, l’aumento della tassa, unito agli aumenti dell’imposta di soggiorno, soprattutto in alcuni comuni come Roma Capitale (che presenta tabelle sbilanciate a sfavore dell’extralberghiero ed LT appena passate il 1° Ottobre da 3,50 a 6 euro a notte), rappresentano a tutti gli effetti dei disincentivi per il settore.
Letteralmente, secondo la Treccani, viene definita disincentivazione una “azione politica diretta a frenare una determinata tendenza economica eliminando quegli incentivi che sono considerati dannosi”. Sembra un po’ eccessivo, dato che sono solo le strutture regolari ad applicare la cedolare e l’imposta di soggiorno.
Secondo molti studi le maggiori tasse non solo non contrastano l’abusivismo, ma spingono verso l’evasione e il sommerso.
Tra l’altro, un articolo di Repubblica parla di contrasti nella maggioranza, non solo sulla questione cedolare secca, ma anche per il ddl Santanchè, ancora non ufficialmente presentato dopo cinque mesi dalla sua prima bozza e dopo oltre sette dal primo annuncio.

UN RECENTE TENTATIVO AL 26%

Già il Governo Draghi aveva provato solo due anni fa ad incrementare al 26% l’aliquota della cedolare secca. La batosta all’epoca, ancora più preoccupante perché riguardava anche la cedolare secca per contratti abitativi registrati e addirittura quelli a canone concordato, non riuscì anche per le azioni in difesa della proprietà privata da parte dell’opposizione, che invece ora al Governo ripropone l’aliquota maggiorata al 26%.
L’autore se ne era occupato in questo articolo per Il Sole 24 Ore Econopoly.

ATTACCO AGLI IMMOBILI

Non pensiamo si tratti di un accanimento volontario, ma dobbiamo rilevare che la proprietà immobiliare in generale in Italia e in Europa è già stata per molti mesi sotto attacco con la proposta di direttiva “case green”, che rischiava di imporre standard inaccettabili, costosissimi e mortificanti per gli immobili più vecchi, senza tener conto della diversa natura del patrimonio immobiliare più antico nei nostri centri storici.
Fortunatamente, la direttiva per ora è stata accantonata, come ricorda l’Avv. Spaziani Testa, Presidente di Confedilizia.

Sergio Lombardi è Presidente dell’Osservatorio sul Turismo dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma, autore di Extra Book e docente di Extra Academy e del nuovo Super Host Training Camp.

La provocazione: Sciopero per il Vinitaly 2024

Oggi il quotidiano L’Arena ha dedicato la prima pagina e un ampio articolo all’interno, esponendo la nostra protesta nata sull’onda dei continui articoli basati su dichiarazioni unilaterali non sempre verificate, crediamo che una corretta informazione debba riportare le opinioni di entrambe le parti, soprattutto se basate su dati reali, come la tabella sullo spopolamento inesistente da noi pubblicata nei giorni precedenti. Alleghiamo pagina in pdf dell’articolo, il testo integrale della nostra lettera lo trovate nella sezione Articoli del sito e sulla nostra pagina Facebook

SIAMO PRONTI A SCIOPERARE LA PRIMA DOMENICA DEL VINITALY 2024!

Stiamo assistendo da mesi a continui attacchi alle locazioni turistiche, accusate oramai di tutto, al punto che tra poco ci aspettiamo di venire colpevolizzati addirittura di essere noi causa del fenomeno del riscaldamento globale.

Se questa campagna contro di noi locatori turistici dovesse continuare siamo pronti a scioperare la domenica inaugurale del prossimo Vinitaly 2024. Tutte le nostre 2000 strutture chiuderanno per una notte e non ospiteranno gli espositori e i visitatori nazionali e internazionali dell’esibizione fieristica. Dove andranno questi ospiti a dormire? Nei 60 hotel della città già ampiamente esauriti? Oppure nelle città vicine, Vicenza, Mantova, Trento, Brescia, cenando poi nei ristoranti di queste città, facendo colazioni nei bar e pasticcerie di queste città a discapito delle attività scaligere?? Oppure questi espositori direttamente preferiranno non venire e non partecipare alla fiera..

La narrazione è di effetto, fa presa su chi non conosce la materia, ma purtroppo si basa su affermazioni che non sono mai supportate da cifre di fonti ufficiali, e sono tutte facilmente smontabili.

Partiamo da una delle accuse che ci vengono mosse ormai quasi quotidianamente e cioè di essere noi locatori turistici causa del famigerato spopolamento del centro storico di Verona.

A prescindere dal fatto che fa davvero sorridere che la gran parte di tali accuse partano dalla dirigenza di

Federalberghi (si noti bene : non da tutti gli albergatori di cui la gran parte ha locazioni turistiche come noi) come se costoro fossero davvero interessati al benessere della popolazione del centro storico e non a provocare un tentativo di danneggiamento dell’immagine pubblica di quello che loro ritengono essere un loro competitor. Ciò premesso, per smontare e rigettare completamente questa accusa è sufficiente visitare il sito del comune alla pagina delle statistiche demografiche dove sono riportati i dati ufficiali (e non le sensazioni o le opinioni) dell’andamento demografico delle varie zone della nostra città , e si potrà evincere che dal 2003 (quando le locazioni turistiche non esistevano ancora) al 2021 il numero dei residenti del centro storico prima circoscrizione è calato di ben lo 0,07€, vale a dire meno di 51 persone.

51 persone in 18 anni. Capite bene che , prima di tutto quella che viene denominata “desertificazione del centro storico” è un fenomeno che non esiste, e in secondo luogo, ammesso che esista non è certo addebitale alle locazioni turistiche che sono comparse nella nostra città solamente nel 2015.

Tali dati si possono appunto controllare alla pagina:

dhttps://public.tableau.com/app/profile/ufficio.statistica.comune.di.verona/viz/TavoleDemografia/Demografia

Siamo stati inoltre accusati di essere noi locatori turistici causa della chiusura delle attività di vicinato: qualcuno ha mai detto quali sono queste attività? Ci sono calzolai, negozi di elettricisti, ferramenta, panifici, sartorie, lavanderie, casalinghi.. E non solo, voglio ricordare che grazie alle locazioni turistiche hanno aperto negli ultimi anni nuovi supermercati in locali sfitti da tempo, creando nuovi posti di lavoro e agevolando le persone anziane residente in centro che non vogliono o non possono andare nei centri commerciali.

Fedealberghi parla anche di “far west” legato sempre alle locazioni turistiche: le regole ci sono, la prima normativa risale al lontano 2013 e la regione Veneto ha costantemente aggiornato le leggi e i decreti in materia, aggiungendo nuove incombenze e sanzioni davvero molto pesanti. Purtroppo chi non rispetta le norme c’è in qualunque settore, e con l’introduzione del codice diminuirà sicuramente la piccola minoranza di abusivi che danneggiano proprio la gran parte delle locazioni turistiche regolari.

Per quanto riguarda poi il cosiddetto “turismo mordi e fuggi” facciamo presente che questo è un fenomeno tipico degli alberghi, il prezzo delle camere scoraggia chi vuole restare più giorni o una settimana, mentre gli appartamenti incoraggiano il turista a restare un po’ di più, non dimentichiamo poi che Verona, da sempre, è una città con una permanenza media di 1,4 notti, quindi forse sarebbe più utile provare a far conoscere la nostra città in maniera migliore al mondo con apposite campagne promozionali anziché provare a limitare e danneggiare le locazioni turistiche.

E poi infine ancora l’accusa di aver noi causato la scarsità di appartamenti a disposizione di studenti o affitti standard: questo in realtà è un problema di lunga data, risale agli anni novanta, con l’abolizione dell’equo canone e la liberalizzazione del mercato, che ha portato gli affitti alle stelle nelle zone più richieste, le strutture vuote sono 5 volte tanto rispetto a quelle adibite a locazione turistica, e ci sono molti appartamenti affittati a professionisti anziché a residenti. Senza considerare che il nodo centrale è che l’attuale normativa del codice civile non agevola i proprietari in caso di morosità da parte degli inquilini, sfrattare un inquilino che non paga richiedere un percorso lungo e tortuoso, e perciò sarebbe la politica che dovrebbe avere il coraggio di modificare la normativa vigente, anzichè cercare un caprio espiatorio per le proprie mancanze.

Ci sono tanti altri punti da controbattere (abbiamo anche letto che ormai ogni palazzo ha un affitto breve, pura fantascienza), come Associazione siamo stufi di sentire queste continue menzogne che si basano sul nulla, e chiediamo da sempre che i media non siano solo cassa di risonanza di una parte, ma che facciano delle ricerche per verificare le affermazioni, serve approfondimento e un dibattito paritario, per poter dare una informazione corretta ed equilibrata.

Il centro storico si sta spopolando o è una bufala?

Nei servizi e nelle interviste viene continuamente ripetuto come un mantra la litania sui centri storici che si stanno spopolando a causa delle locazioni turistiche, per Verona questo non è vero e lo si può vedere dalla banca dati demografica del comune a questo link:

https://public.tableau.com/app/profile/ufficio.statistica.comune.di.verona/viz/TavoleDemografia/Demografia

In 18 anni la circoscrizione prima ha perso lo 0,07%, e tutti i quartieri sono rimasti sostanzialmente stabili, quindi quello che gira è solo propaganda, senza mai essere suffragata da dati o cifre concrete. Le bugie hanno le gambe corte.

Airbnb vuole gestire gli affitti a lungo termine

Lo annuncia l’amministratore delegato della piattaforma Brian Chesky, che spiega di volersi dedicare anche al noleggio di automobili.

Incalzato dai provvedimenti che da New York a Firenze vogliono cambiare il volto del turismo di massa, l’amministratore delegato di Airbnb Brian Chesky ha dichiarato che, a partire dal 2024, l’azienda leader nel settore degli affitti brevi incentrerà il suo modello di business sulle permanenze di lungo periodo.

Le dichiarazioni

A riportare la notizia è il Financial times, al quale Chesky ha lasciato una intervist. Sebbene nella seconda metà del 2023 solo il 18% delle prenotazioni su Airbnb richiedano un affitto a trenta giorni, Chesky vede nel canone a lungo termine un’opportunità per la crescita dell’azienda. I vertici della piattaforma considerano che gli affitti mensili abbiano acquisito sempre maggiore rilievo a seguito degli stravolgimenti portati nel mondo del lavoro dalla pandemia da Covid-19. Il lavoro da remoto, infatti, iniziato su larga scala durante i confinamenti imposti dalle autorità dei vari paesi per evitare la diffusione del contagio, è ormai diventato una pratica consolidata per molte aziende. Secondo Chesky, questa novità spingerebbe molte persone a spostarsi e passare, mantenendo l’impiego a distanza, un mese o più in una località diversa da quella in cui vivono abitualmente.

Oltre alla possibile svolta sulla durata degli affitti, Chesky suggerisce che Airbnb potrebbe dedicarsi anche al mercato del noleggio di macchine. “Dopo la casa – ha detto Chesky – la seconda risorsa più importante nella vita di una persone è l’automobile”.

Gli affitti brevi nel mondo

Il sito di tecnologia e informazione Engadget spiega che, se Airbnb dovesse concentrarsi sulle permanenze a lungo termine, potrebbe riconquistare lo spazio perso a seguito dell’emanazione, a New York, delle nuove regole sugli affitti brevi. Da circa un mese, infatti, i proprietari che intendono affittare devono registrarsi presso il comune e, inoltre, è per loro obbligatorio “vivere nell’abitazione che viene affittata ed essere presenti durante il soggiorno degli ospiti, che non potranno essere più di due.

Seppur in misura molto minore, anche in Italia è in corso un tentativo di regolamentare il mercato dei pernottamenti. Un recente provvedimento (non ancora approvato) elaborato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè stabilisce, oltre ad alcune misure specifiche per i proprietari, il limite minimo di due notti nelle strutture situate nei comuni capoluoghi delle città metropolitane. È inoltre di martedì 3 ottobre la decisione del comune di Firenze di non permettere ulteriori aperture di Airbnb nel centro della città.

Articolo tratto da https://www.wired.it/article/airbnb-affitti-lungo-termine-2024/