Consigli per fare locazione senza le OTA

1 Dotarsi di un sito con Booking Engine

Il sito web è alla base di tutte le strategie di disintermediazione, dato che serve un luogo virtuale in cui far atterrare gli ospiti che non prenotano tramite le OTA. Bisogna però essere anche in grado di offrire un servizio che permetta la prenotazione con la stessa semplicità dei portali. Il semplice sito statico con descrizione delle camere e form di contatto non funziona più da tempo e occorre integrare il sito con un vero e proprio Booking engine (vedi la sezione FAQ del sito), un motore di prenotazione che mostra le date in cui c’è disponibilità e relativi prezzi. Se si gestiscono molti annunci è utile avere anche un Channel Manager (vedi la sezione FAQ del sito), un software che sincronizza automaticamente le disponibilità sui diversi canali ed evita le doppie prenotazioni.
Chiaramente un investimento di questo tipo può essere oneroso in tempi di crisi, ma esistono diverse opportunità alla portata anche di strutture più piccole. Esistono diverse suite di servizi che offrono in un unico prodotto il sito web, il PMS (Property management system o gestionale), il Booking Engine e il Channel manager. Preferibile quindi scegliere chi può offrire questi servizi tutti assieme rispetto all’acquisto separato.

2 Usare le mappe

E’ fondamentale essere posizionati correttamente sulle mappe di Google, rivendicando la propria pagina Google My Business: questo permette di avere un link diretto al proprio sito web per chi effettua una ricerca in Google Maps, un dettaglio non trascurabile. Allo stesso modo si può segnalare la propria presenza come punto di interesse anche su sistemi di mappe minori come le Apple Maps, Waze, le mappe di Bing, Maps.me o Here We Go.

3 Sfruttare i metasearch

I metasearch sono i comparatori di prezzo del mondo dell’ospitalità: siti come Trivago, Kayak, Skyscanner, Tripadvisor nonché Google permettono di confrontare il prezzo del proprio annuncio sui diversi portali. Negli ultimi anni, inoltre hanno permesso anche di poter promuovere nella comparazione il prezzo presente sul sito della struttura ricettiva, che deve naturalmente essere più basso per apparire concorrenziale. Questa possibilità è di solito offerta come campagna a pagamento per cui conviene farla solo se il costo di acquisizione del cliente è inferiore alla commissione pagata sulle OTA. Un alternativa valida può essere quella di presenziare attraverso una piattaforma a costo fisso e che per questo non prende commissioni aggiuntive sulle prenotazioni.

4 Fare branding

Aver creato un proprio marchio permette una maggiore riconoscibilità e ricercabilità dell’alloggio: utile quindi creare una propria immagine coordinata in tutti i canali in cui si è presenti per consentire.

5 Attivare campagne di protezione del marchio

Su Google capita sovente che alla ricerca del nome della propria struttura il primo risultato disponibile sia la sponsorizzata di una piattaforma. Poiché molte persone cliccano sul primo risultato e non distinguono tra contenuti sponsorizzati e non, si comprende quanto sia importante provare a occupare quella posizione. Per questo motivo si attivano campagne chiamate di “brand protection” per scavalcare nuovamente i portali e comparire al primo posto: come per i metasearch le campagne sono convenienti se il costo di conversione è minore del costo di intermediazione delle OTA. Nel primo semestre 2021 potrebbe essere più conveniente proprio per via della riduzione degli investimenti dei portali.

6 Costruire una presenza social attiva

Sicuramente tutti hanno una presenza social almeno su Facebook e Instagram, ma per farsi notare occorre uno sforzo in più: da una parte un piano editoriale con pubblicazione costante di foto di destinazione, dettagli dell’alloggio, recensioni ricevute, dall’altra intervenire nelle conversazioni che riguardano i propri argomenti di interesse: su Facebook anche le pagine possono iscriversi ai gruppi e magari rispondere a chi fa domande specifiche che riguardano la propria destinazione.

7 Offrire convenzioni alle aziende

Si viaggia poco per lavoro, ma nella prima parte del 2021 è uno dei pochi motivi validi per viaggiare: per questo vanno intensificati gli sforzi nella direzione di contattare le aziende della vostra zona, specialmente quelle con più filiali che potrebbero avere necessità di pernottamenti di colleghi fuori sede. In assenza di eventi business, non vi limitate ai colletti bianchi e verificate almeno i cantieri della zona: anche gli operai devono dormire da qualche parte.

8 Raccogliere i dati degli ospiti

Una buona norma, che va oltre l’obbligo di legge di Alloggiatiweb, è quella di ottenere il consenso degli ospiti, in particolare quelli che arrivano dalle OTA a utilizzare numero di telefono e indirizzo email per future attività promozionali. In questo modo sarete autorizzati a inviare loro newsletter, offerte e proposte per ritornare senza intermediazione.

9 Posizionarsi sui motori di ricerca (SEO)

L’arte di arrivare in cima ai motori di ricerca richiede competenze specifiche, ma non è mai tardi per studiare. Alla base della SEO (Search Engine Optimization) c’è l’idea di creare contenuti che rispondano a uno specifico bisogno di ricerca dell’ospite. Leggete gratuitamente la guida introduttiva di Google alla SEO a questo link https://developers.google.com/search/docs/beginner/get-started?hl=it e vi fornirà  gran parte dei concetti utili a creare contenuti di valore. Poi provate a ragionare su quali sono i vantaggi che offrite e che possono essere ricercati dagli ospiti nel 2021: la presenza di una piscina o di un giardino, una connessione in fibra, ma anche la possibilità di ottenere il cashback di stato o partecipare alla lotteria degli scontrini con i pagamenti digitali.

10 Fare PR digitali

Una buona idea per aumentare la propria visibilità è far parlare di se su blog e media di settore: pensate a cosa può far notizia e provate a raccontarla in giro. Negli ultimi mesi avrete sicuramente letto storie di strutture ricettive in crisi e di come stanno provando a risollevarsi. Potete farlo anche voi, proponendo direttamente una storia o affidandovi a un professionista.

Locazioni brevi: imprenditori per forza?

I titolari dei redditi da locazioni brevi invocano riduzioni della cedolare secca e della sua base imponibile, non realizzando che la tassa al 21% potrebbe essere revocata a molti di loro.

Il processo di riforma fiscale avviato a gennaio con il ritiro del famoso emendamento Pellicani, e interrotto solo a causa della pandemia, sta per ripartire, e il criterio di imprenditorialità è tornato di grande attualità. Le nuove limitazioni alle locazioni turistiche stanno per essere inserite nel nuovo disegno di legge sul lavoro agile (smart working), e trovano convergenza da parte di molte parti sociali e politiche, come vedremo.

Tutto questo, mentre l’ex ministro Centinaio ha ripresentato a luglio al Senato il testo della legge delega del turismo arenatasi più di un anno fa in coincidenza con il cambio di Governo. In esso, fra le materie oggetto della delega, la definizione dei “criteri in base ai quali l’attività di locazione breve si presume svolta in forma imprenditoriale”.

I CHIARIMENTI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Con la risposta n. 278 del 26/8/2020, l’Agenzia delle Entrate conferma la piena applicabilità della cedolare secca per i redditi prodotti dal proprietario e titolare di diverse attività di locazione turistica (tre case in Lombardia, una in Liguria, una nel Lazio e due in Sardegna), affittate per brevi periodi tramite portali internet. Nell’interpello, il contribuente precisa che non metterà a disposizione degli ospiti alcun servizio e che gli unici servizi forniti, unitamente alla messa a disposizione degli immobili, saranno le utenze, la fornitura iniziale di biancheria e la pulizia finale.

Nel porre il quesito, il titolare dimostra di avere ben chiara la differenza fra locazione turistica e struttura ricettiva, e le loro distinte modalità di tassazione.

Ricordiamo che, mentre le Locazioni Turistiche producono redditi fondiari (tassabili con cedolare secca), le strutture ricettive non imprenditoriali (Case Vacanze e Bed&Breakfast) producono redditi diversi, non tassabili con cedolare secca, ma solo con Irpef. La differenza dipende dai servizi offerti: anche il minimo servizio (come ad esempio il cambio di biancheria, il riassetto della camera e la colazione) può qualificare una attività turistica come struttura ricettiva.

Come prevedibile, l’Agenzia risponde che, oltre ai criteri presenti nel codice civile, nella disciplina Iva e delle imposte sui redditi, gli elementi rilevanti per definire l’imprenditorialità di tale attività non sono costituiti dal numero totale di immobili, ma piuttosto dai servizi offerti e dalla forma di organizzazione. Nel caso del contribuente che ha presentato l’interpello, i ridottissimi servizi offerti in combinazione con la fruizione del proprio immobile non modificano la natura dei redditi, che possono essere qualificati come da locazione breve.

Importanti anche alcune precisazioni della risposta delle Entrate:

  • la locazione tramite l’intermediazione di portali telematici non è un indice di imprenditorialità;
  • la fornitura di servizi addizionali produrrebbe per gli stessi immobili un reddito “diverso” – art. 67 i) TUIR – che impedirebbe l’applicazione della normativa sugli affitti brevi, e dell’opzione per la cedolare secca.

LE NOVITA’ IN ARRIVO

L’interpello e la risposta si riferiscono alla attuale normativa, che potrebbe però presto cambiare. A metà luglio, si sono tenuti a Firenze gli Stati Generali del Turismo 2020, presieduti dal Sindaco Nardella, alla presenza del Sottosegretario al MIBACT Bonaccorsi che si è impegnato a promuovere varie azioni a tutela delle città d’arte, fra cui una norma nazionale sulle locazioni turistiche, che, oltre a individuare i criteri di imprenditorialità con riflessi sulla tassazione, ne limiterebbe il numero e il periodo di attività nei centri storici più soggetti all’overtourism.

Il 30 luglio, gli stessi obiettivi sono stati rilanciati attraverso una lettera aperta inviata al Ministro Franceschini da Confesercenti, con il favore delle Amministrazioni locali di Firenze e Venezia e dei sindacati (CGIL).

Il provvedimento sta per essere inserito nel disegno di legge smart working presentato al Senato. E’ probabile che le nuove norme anti-affitti brevi ricalchino quella già previste a febbraio, poi non più presentate (esclusione dalla cedolare secca oltre un certo reddito annuo o numero di immobili o prenotazioni), o vengano approvate regole ancora più “aggressive”, con l’assegnazione di una partita Iva a determinate condizioni, o, più ragionevolmente, si completi l’attuazione del codice identificativo nazionale.

CEDOLARE SECCA O IRPEF?

Nell’inseguimento dell’imposta più bassa, spesso non vengono considerati i costi fiscali conseguenti al cumulo fra Irpef e cedolare secca, che si aggiungono al 21% già previsto. Il reddito complessivo per le agevolazioni fiscali tiene conto infatti anche dei redditi tassati con cedolare secca, che si cumulano a quelli soggetti ad Irpef.

Un contribuente con un reddito di lavoro dipendente da 23mila euro, con un figlio a carico e un reddito da locazione breve da 13mila euro, paga il suo 21% sul reddito “turistico” (cedolare = 2.730 euro). Ma, a causa del “conguaglio” fra Irpef e cedolare secca, dovrà pagare altri 1.600 euro, fra minori detrazioni per lavoro dipendente e per familiari a carico, e restituzione del bonus lavoro dipendente. Senza tener conto di eventuali assegni per il nucleo familiare* e di famiglie numerose, maggiormente penalizzate in questa situazione. Nell’esempio, il carico fiscale effettivo della cedolare secca sale al 33%: è sempre opportuno calcolare bene il regime fiscale più conveniente e tutte le sue implicazioni prima di iniziare l’attività.

*Ai fini dell’assegno INPS per il nucleo familiare (ANF), il reddito complessivo del nucleo familiare deve essere composto, per almeno il 70%, da reddito da lavoro dipendente e assimilato. Quindi se il reddito da locazione, comunque venga tassato, supera il 30% del reddito complessivo, comporta la perdita dell’ANF, e questo è un ulteriore carico da considerare.

ALIQUOTA PIU’ BASSA, MULTE PIU’ SALATE

Pochi sanno anche che la cedolare secca ha un sistema sanzionatorio speciale, in pratica il più severo del nostro sistema fiscale.

Nel caso venga dichiarato un importo più basso rispetto a quello effettivo, è prevista la sanzione dal 180% al 360% della cedolare secca dovuta. Le sanzioni salgono alle stelle, nel caso di omissione totale del reddito da locazione, punita dal 240% al 480% della cedolare secca dovuta. In quel caso, la somma di imposta dovuta e sanzioni supera addirittura il reddito evaso, traducendosi di fatto in una confisca del reddito non dichiarato da parte dello Stato.

Agli schemi elusivi a volte presenti nei contratti di locazione “rent-to-rent” con proprietari persone fisiche, sono applicabili queste pesanti sanzioni, sia nel caso di cedolare secca al 10% non spettante, che nel caso di cedolare secca al 21% applicata impropriamente in contratti con società o interposte persone, per finalità turistica ultima dell’immobile.

Le pesanti conseguenze sui proprietari, che arrivano come abbiamo visto alla confisca totale (sanzione pari o maggiore del reddito da locazione), dovrebbero far riconsiderare certe modalità “allegre” di stipula dei contratti di locazione di immobili abitativi destinati a locazione turistica o a struttura ricettiva.

E’ suggeribile in ogni caso la regolarizzazione, anche per host con immobili propri.

IMPRENDITORI PER FORZA?

Per concludere, al di là delle questioni giuridiche sulla legittimità di imporre limitazioni all’attività o regimi fiscali coercitivi, nutriamo seri dubbi sulla identità fra proprietari di immobili e imprenditori. Le due figure non sempre coincidono: nella realtà e nelle definizioni economiche, le due categorie sono profondamente diverse: il “capitalista” vuole una rendita per il suo capitale, possibilmente certa, mentre l’imprenditore, a fronte di un rischio, persegue il suo profitto.

Diventa quindi una questione di change management: idealmente una attività che dà frutti e soddisfazioni non può nascere da una costrizione. Ma nella realtà, molti potrebbero presto accettare di “professionalizzarsi” e aprire la partita Iva, o purtroppo, inventare soluzioni elusive per aggirare i nuovi limiti presto imposti.

Scopri Il nuovo servizio di Google: Hotel insights

Gli Hotel Insights di Google che saranno presentati ufficialmente tra mezz’ora. Funzionano anche con l’extralberghiero a patto di avere una scheda Google My Business. Inserite il nome della vostra struttura e guardate i dati. Se non avete una struttura su Google, è facile crearla , con Google My business (https://www.google.com/intl/it_it/business/)

https://hotelinsights.withgoogle.com/intl/it_it/

È nata l’associazione locatori turistici di Verona

Associazione dei locatori turistici di Verona
 

Ieri, 17 dicembre, si sono riuniti i locatori turistici veronesi nella Sala Giavoni di Porta Palio per dare vita alla prima associazione di settore di Verona.Associazione Locatori Turistici Verona, questa la denominazione scelta. Al gruppo hanno già aderito circa duecento locatori che gestiscono l’accoglienza turistica per circa un migliaio di case e appartamenti destinati alla locazione turistica di Verona e provincia.

Gli scopi dell’associazione sono di promuovere il dialogo con la città e l’amministrazione, di rappresentare un punto di riferimento per chi intraprende ed esercita l’attività di locazione turistica e di migliorare la conoscenza di questa attività per la crescita del turismo a Verona.

Gli iscritti hanno nominato all’unanimità Edoardo Nestori presidente dell’associazione e Mariangela Bonfanti vicepresidente.


„Come locatori turistici abbiamo avvertito la forte necessità di unirci e fare squadra – ha dichiarato Nestori – Vogliamo rappresentare un punto di riferimento per tutti i locatori turistici della nostra città, e simultaneamente lavorare proficuamente con l’amministrazione per chiarire alcune parti delle norme che regolano la locazione turistica che non risultano del tutto chiare. Inoltre intendiamo collaborare attivamente con la polizia municipale contro l’abusivismo che purtroppo è ancora presente.“
 

 http://www.veronasera.it/economia/associazione-locatori-turistici-18-dicembre-2019.html

Nasce l’Associazione Locatori Turistici Verona

L’Associazione dei Locatori Turistici di Verona, nata a dicembre dello scorso anno, si è presentata ai propri soci mercoledì 15 gennaio nella sala convegni di BPM. Oltre 150 sono stati i proprietari e gestori intervenuti, a conferma dell’esigenza della categoria di fare squadra e di riconoscersi in un’organizzazione che consenta di affrontare al meglio i problemi.

Durante l’assemblea largo spazio ai temi di natura legale e fiscale nel rispetto delle norme che regolamentano gli affitti turistici.

L’Associazione si propone di diffondere la cultura della legalità tra i propri associati in collaborazione e dialogo con la Pubblica Amministrazione e le istituzioni, senza porsi in contrasto con altre categorie, ma proponendosi come risorsa per il territorio.

All’incontro erano presenti i Soci Fondatori e il Consiglio Direttivo: il presidente Edoardo Nestori, la vicepresidente Mariangela Bonfanti, anche responsabile comunicazione e relazioni esterne, la referente per la segreteria Laura Adami, il tesoriere Paolo Scalco e l’avv. Edoardo Giacino, che presiede anche il Collegio dei Probiviri composto da Stefano Napolitano e Francesco Zanolli

Accoglienza e legalità le parole chiave, senza dimenticare la complessità di un quadro normativo che ancora non si è adattato al nuovo turismo più smart dell’era digitale. L’Associazione intende promuovere la Locazione Turistica nel rispetto delle leggi e rappresenta le strutture registrate in Regione, in possesso del Codice Identificativo.

Ecco i prossimi programmi in calendario: un Convegno su Legalità e Fiscalità delle LT, che si svolgerà nel mese di febbraio, incontri e corsi formativi per offrire strumenti utili ad affrontare il mercato in evoluzione, sempre più specializzato e competitivo.

L’associazione sta inoltre allestendo un sito internet: www.locatur.org, per comunicare con enti ed istituzioni di riferimento, apprendere informazioni e notizie in materia di locazione e confrontarsi con professionisti ed esperti sui temi di maggiore interesse

link:  https://www.veronanews.net/nasce-lassociazione-locatori-turistici-di-verona/

Nata l’associazione degli affittuari turistici

VERONA «Un nostro consociato, la settimana scorsa, è stato multato di 4 mila euro più intimazione a chiudere l’attività perché in un foglio in cui elencava i servizi c’era scritto che veniva offerta una bottiglia di vino di benvenuto. Multare può essere giusto se quel servizio non può essere offerto, ma 4 mila euro con intimazione a chiudere ci sembra un po’ eccessivo. Bisognerebbe fare chiarezza sui regolamenti, perché tra Stato e Regione le norme sono tante e interpretabili, e magari sotto alcune voci trovare un giusto compromesso». È anche per
quello che una fetta del mondo delle locazioni turistiche a Verona, sbocciato col turismo low-cost, mai quantificato (non esiste un registro) e oggetto di strette fra controlli e regolamenti di Comune e Regione contro l’abusivismo, si riunisce adesso in associazione. «L’idea nasce proprio dall’aumento esponenziale di locazioni turistiche in parallelo alla totale assenza di rappresentanza della categoria alle tavole rotonde sul tema. Si è creata una sorta di “caccia alle streghe”? Sì. Ma ci teniamo a sottolineare che noi siamo contro gli abusivi». Chi parla è Edoardo Nestori, 41 anni, locatore dopo esperienze nel commercio (abbigliamento) e in politica (già segretario del movimento «Fare! Giovani» legato all’ex sindaco Tosi e presidente del consiglio di vigilanza di Arnia). Da una ventina di giorni, Nestori è presidente della prima Associazione locatori turistici di Verona. Dice, Nestori, che l’associazione riunisce «circa 200 titolari di locazioni turistiche per un migliaio di strutture rappresentate». Che col Comune ci si vuole «dialogare e chiarire tutti i regolamenti». Che gli albergatori «non sono il nostro nemico, semmai lo sono gli abusivi: danneggiano noi che paghiamo tassa di soggiorno, Tari e Tasi». Non parliamo, va ricordato, di bed & breakfast, né affittacamere, né casevacanza. «Le locazioni turistiche — si aggancia Nestori — offrono alloggio, energia, acqua, gas, biancheria e asciugamani». Locazioni che si pubblicizzano spesso su Airbnb o Booking e che, quando regolari, «portano indotto alla città». Una realtà, in sintesi, che diventa fonte di reddito e non solo extra: «Mediamente chi s’impegna in una locazione faceva prima un altro lavoro e ha deciso di provare l’attività su uno o più immobili disponibili. Tra i primi consociati, per dire, c’è una ragazza che, trovatasi licenziata, ha aperto una locazione in un appartamento di famiglia. A volte sono pure le problematiche delle locazioni standard che incentivano a cambiare: pensiamo agli sfratti, ai problemi causati da un inquilino che non paga, è normale che liberatosi del fardello preferisca sperimentare una locazione turistica.»

dal Corriere di Verona del 19/12/2019

Nuovo decreto: parlano locatori turistici veronesi

A seguito del nuovo Decreto Legge interministeriale Economia-Interno in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che tratta il pagamento della tassa di soggiorno da parte delle strutture adibite a locazione turistiche, l’Associazione Locatori Turistici Verona, che rappresenta circa 1500 strutture nella città di Verona e nella sua provincia, esprime la propria soddisfazione in un’ottica di propensione alla piena legalità che da sempre la contraddistingue.

Il Presidente Edoardo Nestori a riguardo dichiara “Tutti i provvedimenti nazionali, regionali o comunali che favoriscano la legalità nell’esercizio della nostra attività, sono da sempre sostenuti e ben accolti dalla nostra categoria. Trovo tuttavia perlomeno singolare che questo decreto sia stato definito dal Presidente di Confcommercio di Verona e dal Presidente di Federalbeghi genericamente “un giro di vite” nei nostri confronti dando ancora una volta una connotazione chiaramente negativa a tutto il nostro comparto, che ricordo versa all’incirca due milioni di euro di tassa di soggiorno al comune di Verona ogni anno. La nostra associazione è nata proprio per differenziarci e per contrastare chi affitta strutture per brevi periodi in maniera abusiva, perciò il generalizzare non fa altro che creare confusione, senza dimenticare che ormai nella nostra città ci sono decine di appartamenti di proprietà di hotel adibiti a locazione turistica che in teoria dovrebbero seguire le nostre stesse regole. Ci auguriamo che sia sempre così.”

Il presidente conclude: “Auspichiamo e siamo a completa disposizione per una fattiva collaborazione con tutte le parti in causa, polizia municipale, Amministrazione e associazioni di categoria, al fine, una volta che sarà terminata questa tremenda pandemia, di poter tornare tutti a lavorare nel pieno rispetto della legalità per il bene della nostra meravigliosa città”.

https://www.tgverona.it/pages/916965//attualita/nuovo_decreto_parlano_locatori_turistici_verona.html

Locatori turistici, il presidente: “Non generalizziamo”

A seguito del nuovo Decreto Legge interministeriale Economia-Interno in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che tratta il pagamento della tassa di soggiorno da parte delle strutture adibite a locazione turistiche, l’Associazione Locatori Turistici Verona, che rappresenta circa mille e 500 strutture nella città di Verona e nella sua provincia, esprime la propria soddisfazione in un’ottica di propensione alla piena legalità che da sempre la contraddistingue.

«Tutti i provvedimenti nazionali, regionali o comunali che favoriscano la legalità nell’esercizio della nostra attività, sono da sempre sostenuti e ben accolti dalla nostra categoria» afferma il presidente Edoardo Nestori. «Trovo tuttavia perlomeno singolare che questo decreto sia stato definito dal Presidente di Confcommercio di Verona e dal Presidente di Federalbeghi genericamente “un giro di vite” nei nostri confronti dando ancora una volta una connotazione chiaramente negativa a tutto il nostro comparto, che ricordo versa all’incirca due milioni di euro di tassa di soggiorno al comune di Verona ogni anno».

«La nostra associazione è nata proprio per differenziarci e per contrastare chi affitta strutture per brevi periodi in maniera abusiva, perciò il generalizzare non fa altro che creare confusione, senza dimenticare che ormai nella nostra città ci sono decine di appartamenti di proprietà di hotel adibiti a locazione turistica che in teoria dovrebbero seguire le nostre stesse regole. Ci auguriamo che sia sempre così» prosegue.

«Auspichiamo e siamo a completa disposizione per una fattiva collaborazione con tutte le parti in causa, polizia municipale, Amministrazione e associazioni di categoria, al fine, una volta che sarà terminata questa tremenda pandemia, di poter tornare tutti a lavorare nel pieno rispetto della legalità per il bene della nostra meravigliosa città» conclude.

 

https://daily.veronanetwork.it/news/associazione-locatori-turistici-nestori-non-generalizziamo/?fbclid=IwAR09D8cKCvpEK0-vDE2DSedJcKM-8xFEwwt3yxtzibo4tVHrSwUrewaFkIQ

 

Rapporto turismo a Verona

In calce i link per i rapporti pubblicati dalla Camera di Commercio di Verona sul mondo del turismo, con le analisi dei flussi

https://www.vr.camcom.it/it/content/turismo-0

 

Airbnb cambia: da gennaio commissioni al 15% per gli host con channel manager

Con una mail agli host Airbnb ha ufficializzato un ulteriore step nel passaggio al modello di business delle OTA. Dal 7 dicembre chi ha un channel manager non potrà più scegliere se utilizzare il modello classico che prevede divisione delle spese di transazione tra host e guest o il nuovo modello semplificato che prevede spese solo lato host del 14%. Chi si connette tramite software di terze parti sarà obbligato a passare al nuovo modello in cui sono del tutto eliminate le spese per gli ospiti che prenotano mentre le fee lato host passeranno poi dal 14% al 15% dal 1° gennaio 2021. La buona notizia, secondo Airbnb, è che il nuovo modello conviene: chi ha semplificato le tariffe ha ottenuto il 17% in più di prenotazioni tra novembre e febbraio dell’anno scorso (dati quindi pre-pandemia)

Airbnb sta in questo modo abbandonando l’idea di essere un modello di business alternativo a quello delle altre piattaforme e il suo modello di business classico resta riservato a chi non ha automatizzato l’attività (e probabilmente la svolge in maniera non imprenditoriale). La scelta si è resa necessaria da una parte per la quotazione in Borsa che richiede cifre meno aleatorie possibili, per una maggiore facilità di integrazione con i channel manager e anche per la spinta regolamentativa dell’Unione europea che già da diverso tempo chiede trasparenza sul prezzo finale che l’ospite deve pagare. In previsione questo modello sarà esteso a tutto Airbnb, ma ovviamente è più semplice implementarlo con sofware già predisposti a farlo.

Di seguito la mail con cui Airbnb ha annunciato il cambiamento:

“Stiamo passando a una struttura semplificata dei costi del servizio per gli host connessi tramite software

Le tue impostazioni per i costi del servizio

Lo scorso anno, abbiamo iniziato a offrire 2 strutture di costi del servizio, che prevedono la condivisione degli stessi tra host e ospiti oppure la copertura interamente a carico degli host. Stai utilizzando il prezzo semplificato, quindi i costi del servizio vengono interamente dedotti dai tuoi compensi e non addebitati in alcun modo agli ospiti, che pagheranno esattamente le tariffe che imposti.

Cosa cambierà?

Conclusione dello sconto sui costi del servizio
Poiché hai applicato i prezzi semplificati fin dall’inizio, hai usufruito di costi speciali, scontati al 14%. Dal 1° gennaio 2021, i costi del servizio aumenteranno al tasso standard del 15%. Questo non influirà sulle prenotazioni esistenti e si applicherà solo a quelle che riceverai dopo questa data. L’utilizzo di Airbnb dopo il 1° gennaio 2021 implica l’accettazione da parte tua di questi nuovi costi del servizio.
Non potrai modificare le impostazioni dei tuoi costi del servizio
Abbiamo capito che dare agli host un controllo maggiore sul prezzo finale pagato dagli ospiti ha contribuito a mantenere competitive le tariffe, portando in media a un aumento delle prenotazioni pari al 17%. Poiché il prezzo semplificato si è dimostrato la scelta migliore sia per gli host che per gli ospiti, sarà l’unica struttura dei costi del servizio disponibile dopo il 7 dicembre 2020 per gli host connessi tramite software con alloggi nel tuo paese.
Non tutti gli host passeranno al prezzo semplificato
Questa modifica ti riguarda perché hai un alloggio in uno dei paesi selezionati e ti connetti a Airbnb tramite un software di terze parti.
Non è richiesta alcuna azione da parte tua
Poiché utilizzi già il prezzo semplificato, non devi apportare alcuna modifica alle tue impostazioni. Scopri di più sui nostri costi del servizio
Ti ringraziamo di essere un membro importante della nostra community di host
Ci impegniamo a supportare te e la tua attività di host e continueremo a investire in strumenti e modifiche dei prodotti per aiutarti a crescere.