Squadra che vince intervista il nostro presidente

L’intervista completa su www.radioadige.tv , la versione ridotta sul nostro canale Youtube https://youtu.be/6wlJ1yWYpik

Cedolare secca al 26%: cosa sta succedendo e chi dovrebbe pagarla

Pesante aumento del carico fiscale in vista per i redditi da locazione breve fra le prime ipotesi della legge di bilancio. Aumenti a partire da 1.500 / 2.500 euro all’anno

Facciamo un po’ di chiarezza sulla notizia che in queste ore sta allarmando tutti gli operatori dell’extralberghiero, a partire dai locatori brevi e property manager. Nella prima bozza di legge di bilancio 2024, nell’attuale Articolo 18 (Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili), insieme ad altre norme fiscali sugli immobili è infatti previsto un aumento della cedolare secca dal 21% al 26%. E, se la legge verrà approvata, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024 con forte incidenza sulle imposte che saranno pagate nel 2025.
L’incremento vale infatti quasi un quarto della tassa piatta, esattamente il 23,81% e la nuova aliquota del 26% è per ora applicabile solo ai redditi da immobili offerti in locazione breve, per questo rischia di ridurre ulteriormente i margini già scarsi in rapporto ai costi fiscali, ai portali e agli intermediari, senza considerare tutte le altre spese indeducibili di utenze, condominio, e in alcuni casi anche canone di locazione.

LA CEDOLARE E’ SOLO PER LE LT (NO CAV, NO B&B)

Una precisazione è doverosa: la locazione turistica è l’unica forma di alloggio autorizzata ad utilizzare la cedolare secca attualmente al 21% (v. anche nostro articolo). Non può essere utilizzata dall’extralberghiero imprenditoriale e neanche da altre forme di extralberghiero non imprenditoriale.
Le locazioni turistiche producono infatti redditi da immobili, soggetti a cedolare, mentre le strutture ricettive extralberghiere non imprenditoriali (tipicamente CaV e B&B), producono e sono classificati come redditi diversi e in particolare “redditi da attività commerciali non esercitate abitualmente”, a cui la cedolare secca non è applicabile.
La tassazione delle strutture extralberghiere non imprenditoriali è quindi esclusivamente con Irpef con deduzione dei costi inerenti e se leggete in altri articoli cose diverse, si tratta semplicemente di articoli generici non specializzati dove magari si utilizzano come sinonimi in maniera indistinta b&b, affitti brevi, airbnb, casa vacanza. Ma facciamo qualche esempio dell’impatto di questo aumento, se verrà approvato.

ESEMPI

Esempio 1:
Proprietario di LT con reddito annuo da locazione breve di 30 mila euro
Reddito = 30.000 euro
Cedolare secca 2023 al 21% = 6.300 euro
Cedolare secca 2024 al 26% = 7.800 euro
Maggiore imposta dal 2024 = 1.500 euro / anno

Esempio 2:
Sublocatore di LT con reddito annuo da sublocazione breve di 50 mila euro
Reddito = 50.000 euro
Cedolare secca 2023 al 21% = 10.500 euro
Cedolare secca 2024 al 26% = 13.000 euro
Maggiore imposta dal 2024 = 2.500 euro / anno

SOLUZIONI

Visto il pesante aggravio fiscale, andrebbe considerata la possibilità di operare in forma imprenditoriale con il regime forfettario e una tassazione effettiva molto ridotta dal 2% al 6% e una contribuzione Inps che può scendere fino al 6,24%. Questo preverrebbe anche eventuali restrizioni alle locazioni brevi.

DISINCENTIVI

Se confermato, l’aumento della tassa, unito agli aumenti dell’imposta di soggiorno, soprattutto in alcuni comuni come Roma Capitale (che presenta tabelle sbilanciate a sfavore dell’extralberghiero ed LT appena passate il 1° Ottobre da 3,50 a 6 euro a notte), rappresentano a tutti gli effetti dei disincentivi per il settore.
Letteralmente, secondo la Treccani, viene definita disincentivazione una “azione politica diretta a frenare una determinata tendenza economica eliminando quegli incentivi che sono considerati dannosi”. Sembra un po’ eccessivo, dato che sono solo le strutture regolari ad applicare la cedolare e l’imposta di soggiorno.
Secondo molti studi le maggiori tasse non solo non contrastano l’abusivismo, ma spingono verso l’evasione e il sommerso.
Tra l’altro, un articolo di Repubblica parla di contrasti nella maggioranza, non solo sulla questione cedolare secca, ma anche per il ddl Santanchè, ancora non ufficialmente presentato dopo cinque mesi dalla sua prima bozza e dopo oltre sette dal primo annuncio.

UN RECENTE TENTATIVO AL 26%

Già il Governo Draghi aveva provato solo due anni fa ad incrementare al 26% l’aliquota della cedolare secca. La batosta all’epoca, ancora più preoccupante perché riguardava anche la cedolare secca per contratti abitativi registrati e addirittura quelli a canone concordato, non riuscì anche per le azioni in difesa della proprietà privata da parte dell’opposizione, che invece ora al Governo ripropone l’aliquota maggiorata al 26%.
L’autore se ne era occupato in questo articolo per Il Sole 24 Ore Econopoly.

ATTACCO AGLI IMMOBILI

Non pensiamo si tratti di un accanimento volontario, ma dobbiamo rilevare che la proprietà immobiliare in generale in Italia e in Europa è già stata per molti mesi sotto attacco con la proposta di direttiva “case green”, che rischiava di imporre standard inaccettabili, costosissimi e mortificanti per gli immobili più vecchi, senza tener conto della diversa natura del patrimonio immobiliare più antico nei nostri centri storici.
Fortunatamente, la direttiva per ora è stata accantonata, come ricorda l’Avv. Spaziani Testa, Presidente di Confedilizia.

Sergio Lombardi è Presidente dell’Osservatorio sul Turismo dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma, autore di Extra Book e docente di Extra Academy e del nuovo Super Host Training Camp.

La provocazione: Sciopero per il Vinitaly 2024

Oggi il quotidiano L’Arena ha dedicato la prima pagina e un ampio articolo all’interno, esponendo la nostra protesta nata sull’onda dei continui articoli basati su dichiarazioni unilaterali non sempre verificate, crediamo che una corretta informazione debba riportare le opinioni di entrambe le parti, soprattutto se basate su dati reali, come la tabella sullo spopolamento inesistente da noi pubblicata nei giorni precedenti. Alleghiamo pagina in pdf dell’articolo, il testo integrale della nostra lettera lo trovate nella sezione Articoli del sito e sulla nostra pagina Facebook

SIAMO PRONTI A SCIOPERARE LA PRIMA DOMENICA DEL VINITALY 2024!

Stiamo assistendo da mesi a continui attacchi alle locazioni turistiche, accusate oramai di tutto, al punto che tra poco ci aspettiamo di venire colpevolizzati addirittura di essere noi causa del fenomeno del riscaldamento globale.

Se questa campagna contro di noi locatori turistici dovesse continuare siamo pronti a scioperare la domenica inaugurale del prossimo Vinitaly 2024. Tutte le nostre 2000 strutture chiuderanno per una notte e non ospiteranno gli espositori e i visitatori nazionali e internazionali dell’esibizione fieristica. Dove andranno questi ospiti a dormire? Nei 60 hotel della città già ampiamente esauriti? Oppure nelle città vicine, Vicenza, Mantova, Trento, Brescia, cenando poi nei ristoranti di queste città, facendo colazioni nei bar e pasticcerie di queste città a discapito delle attività scaligere?? Oppure questi espositori direttamente preferiranno non venire e non partecipare alla fiera..

La narrazione è di effetto, fa presa su chi non conosce la materia, ma purtroppo si basa su affermazioni che non sono mai supportate da cifre di fonti ufficiali, e sono tutte facilmente smontabili.

Partiamo da una delle accuse che ci vengono mosse ormai quasi quotidianamente e cioè di essere noi locatori turistici causa del famigerato spopolamento del centro storico di Verona.

A prescindere dal fatto che fa davvero sorridere che la gran parte di tali accuse partano dalla dirigenza di

Federalberghi (si noti bene : non da tutti gli albergatori di cui la gran parte ha locazioni turistiche come noi) come se costoro fossero davvero interessati al benessere della popolazione del centro storico e non a provocare un tentativo di danneggiamento dell’immagine pubblica di quello che loro ritengono essere un loro competitor. Ciò premesso, per smontare e rigettare completamente questa accusa è sufficiente visitare il sito del comune alla pagina delle statistiche demografiche dove sono riportati i dati ufficiali (e non le sensazioni o le opinioni) dell’andamento demografico delle varie zone della nostra città , e si potrà evincere che dal 2003 (quando le locazioni turistiche non esistevano ancora) al 2021 il numero dei residenti del centro storico prima circoscrizione è calato di ben lo 0,07€, vale a dire meno di 51 persone.

51 persone in 18 anni. Capite bene che , prima di tutto quella che viene denominata “desertificazione del centro storico” è un fenomeno che non esiste, e in secondo luogo, ammesso che esista non è certo addebitale alle locazioni turistiche che sono comparse nella nostra città solamente nel 2015.

Tali dati si possono appunto controllare alla pagina:

dhttps://public.tableau.com/app/profile/ufficio.statistica.comune.di.verona/viz/TavoleDemografia/Demografia

Siamo stati inoltre accusati di essere noi locatori turistici causa della chiusura delle attività di vicinato: qualcuno ha mai detto quali sono queste attività? Ci sono calzolai, negozi di elettricisti, ferramenta, panifici, sartorie, lavanderie, casalinghi.. E non solo, voglio ricordare che grazie alle locazioni turistiche hanno aperto negli ultimi anni nuovi supermercati in locali sfitti da tempo, creando nuovi posti di lavoro e agevolando le persone anziane residente in centro che non vogliono o non possono andare nei centri commerciali.

Fedealberghi parla anche di “far west” legato sempre alle locazioni turistiche: le regole ci sono, la prima normativa risale al lontano 2013 e la regione Veneto ha costantemente aggiornato le leggi e i decreti in materia, aggiungendo nuove incombenze e sanzioni davvero molto pesanti. Purtroppo chi non rispetta le norme c’è in qualunque settore, e con l’introduzione del codice diminuirà sicuramente la piccola minoranza di abusivi che danneggiano proprio la gran parte delle locazioni turistiche regolari.

Per quanto riguarda poi il cosiddetto “turismo mordi e fuggi” facciamo presente che questo è un fenomeno tipico degli alberghi, il prezzo delle camere scoraggia chi vuole restare più giorni o una settimana, mentre gli appartamenti incoraggiano il turista a restare un po’ di più, non dimentichiamo poi che Verona, da sempre, è una città con una permanenza media di 1,4 notti, quindi forse sarebbe più utile provare a far conoscere la nostra città in maniera migliore al mondo con apposite campagne promozionali anziché provare a limitare e danneggiare le locazioni turistiche.

E poi infine ancora l’accusa di aver noi causato la scarsità di appartamenti a disposizione di studenti o affitti standard: questo in realtà è un problema di lunga data, risale agli anni novanta, con l’abolizione dell’equo canone e la liberalizzazione del mercato, che ha portato gli affitti alle stelle nelle zone più richieste, le strutture vuote sono 5 volte tanto rispetto a quelle adibite a locazione turistica, e ci sono molti appartamenti affittati a professionisti anziché a residenti. Senza considerare che il nodo centrale è che l’attuale normativa del codice civile non agevola i proprietari in caso di morosità da parte degli inquilini, sfrattare un inquilino che non paga richiedere un percorso lungo e tortuoso, e perciò sarebbe la politica che dovrebbe avere il coraggio di modificare la normativa vigente, anzichè cercare un caprio espiatorio per le proprie mancanze.

Ci sono tanti altri punti da controbattere (abbiamo anche letto che ormai ogni palazzo ha un affitto breve, pura fantascienza), come Associazione siamo stufi di sentire queste continue menzogne che si basano sul nulla, e chiediamo da sempre che i media non siano solo cassa di risonanza di una parte, ma che facciano delle ricerche per verificare le affermazioni, serve approfondimento e un dibattito paritario, per poter dare una informazione corretta ed equilibrata.

Il centro storico si sta spopolando o è una bufala?

Nei servizi e nelle interviste viene continuamente ripetuto come un mantra la litania sui centri storici che si stanno spopolando a causa delle locazioni turistiche, per Verona questo non è vero e lo si può vedere dalla banca dati demografica del comune a questo link:

https://public.tableau.com/app/profile/ufficio.statistica.comune.di.verona/viz/TavoleDemografia/Demografia

In 18 anni la circoscrizione prima ha perso lo 0,07%, e tutti i quartieri sono rimasti sostanzialmente stabili, quindi quello che gira è solo propaganda, senza mai essere suffragata da dati o cifre concrete. Le bugie hanno le gambe corte.

Airbnb vuole gestire gli affitti a lungo termine

Lo annuncia l’amministratore delegato della piattaforma Brian Chesky, che spiega di volersi dedicare anche al noleggio di automobili.

Incalzato dai provvedimenti che da New York a Firenze vogliono cambiare il volto del turismo di massa, l’amministratore delegato di Airbnb Brian Chesky ha dichiarato che, a partire dal 2024, l’azienda leader nel settore degli affitti brevi incentrerà il suo modello di business sulle permanenze di lungo periodo.

Le dichiarazioni

A riportare la notizia è il Financial times, al quale Chesky ha lasciato una intervist. Sebbene nella seconda metà del 2023 solo il 18% delle prenotazioni su Airbnb richiedano un affitto a trenta giorni, Chesky vede nel canone a lungo termine un’opportunità per la crescita dell’azienda. I vertici della piattaforma considerano che gli affitti mensili abbiano acquisito sempre maggiore rilievo a seguito degli stravolgimenti portati nel mondo del lavoro dalla pandemia da Covid-19. Il lavoro da remoto, infatti, iniziato su larga scala durante i confinamenti imposti dalle autorità dei vari paesi per evitare la diffusione del contagio, è ormai diventato una pratica consolidata per molte aziende. Secondo Chesky, questa novità spingerebbe molte persone a spostarsi e passare, mantenendo l’impiego a distanza, un mese o più in una località diversa da quella in cui vivono abitualmente.

Oltre alla possibile svolta sulla durata degli affitti, Chesky suggerisce che Airbnb potrebbe dedicarsi anche al mercato del noleggio di macchine. “Dopo la casa – ha detto Chesky – la seconda risorsa più importante nella vita di una persone è l’automobile”.

Gli affitti brevi nel mondo

Il sito di tecnologia e informazione Engadget spiega che, se Airbnb dovesse concentrarsi sulle permanenze a lungo termine, potrebbe riconquistare lo spazio perso a seguito dell’emanazione, a New York, delle nuove regole sugli affitti brevi. Da circa un mese, infatti, i proprietari che intendono affittare devono registrarsi presso il comune e, inoltre, è per loro obbligatorio “vivere nell’abitazione che viene affittata ed essere presenti durante il soggiorno degli ospiti, che non potranno essere più di due.

Seppur in misura molto minore, anche in Italia è in corso un tentativo di regolamentare il mercato dei pernottamenti. Un recente provvedimento (non ancora approvato) elaborato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè stabilisce, oltre ad alcune misure specifiche per i proprietari, il limite minimo di due notti nelle strutture situate nei comuni capoluoghi delle città metropolitane. È inoltre di martedì 3 ottobre la decisione del comune di Firenze di non permettere ulteriori aperture di Airbnb nel centro della città.

Articolo tratto da https://www.wired.it/article/airbnb-affitti-lungo-termine-2024/